P: “Ho la tachicardia”.

A: “Si dice ho il batticuore“.

P: “Ma quando ho il batticuore è diverso, ora mi sento il cuore qui…”.

A: “Allora si dice ho il cuore in gola“.

Scartato il linguaggio moderno e aggirate le secche di quello postmoderno, conservo una spiccata predilezione per il linguaggio pre-moderno. Il ‘700 e l’800 ci avevano regalato espressioni ricche ed evocative, ancora vicine all’esperienza vitale, che sono state progressivamente sostituite da termini medico specialistici. Un nuovo linguaggio, vuoto e alienato, in cui ogni manifestazione dell’anima e del corpo ha il nome di una malattia. 

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