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Psicoanalisi dell’attaccamento
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Questa me l’ha raccontata mio figlio e (pertanto) mi sembra buona.
Figlio (a denti stretti): “Papà, l’Attack è un dentifricio?”.
Padre (a palpebre serrate): “No, è un collirio”.
Tale a me sembra, ma forse mi sbaglio, il rapporto e il livello comunicativo tra alcuni analisti e i loro pazienti. Se gli uni hanno difficoltà ad esprimersi, o da essi escono parole che hanno perduto ogni Eco, gli altri brancolano nel buio. Medesima la causa, diverse le conseguenze. Narciso ammutolito, Edipo accecato.
[…] Gli psicoanalisti dell’attaccamento esortano i loro colleghi a tenere presenti i pazienti nella loro mente, così come dovrebbero fare le buone madri nel soddisfare il bisogno dell’infante umano di essere rappresentato nelle loro menti. Il risultato è che tanto i pazienti quanto i figli ingrassano nel narcisismo: non hanno più alcun bisogno di uscire dal loro narcisismo regressivo, per essere apprezzati e amati.
Davide Lopez, “Schegge di sapienza, frammenti di saggezza e un po’ di follia”.